Vite in fumo by Enrica Aragona, Luca Ducceschi

Cerca il movente, prima dell'assassino.

Vite in fumo

Nero Press Edizioni è lieta di annunciare una nuova uscita per la collana Innesti, dedicata alle opere in digitale. Vite in fumo si dipana come un lungo racconto, duro e sottile al tempo stesso, un giallo a incastri che è stato capace di aggiudicarsi la sesta posizione nell’ambito del Premio Gran Giallo Città di Cattolica 2013.

Enrica Aragona – da noi già pubblicata nella raccolta I Racconti del Laboratorio – e Luca Ducceschi – autore del racconto Un’anima devono prenderla comunque, pubblicata nel numero 4 del magazine Knife – uniscono le proprie abilità letterarie amalgamando una storia a tinte fosche, che non mancherà di stupire anche i palati più fini.

Il commissario Moretti, durante l’indagine su un omicidio, si imbatte in una serie di indizi che porta, inesorabilmente, a persone che fanno parte della sua vita privata. Ma non tutti i pezzi del mosaico sono disposti nel giusto ordine e quella che, a un certo punto, si presenta come una terribile consapevolezza, sarà solo preludio a una più amara e sconvolgente verità.

Genre: FICTION / Mystery & Detective / General

Secondary Genre: FICTION / Short Stories (single author)

Language: Italian

Keywords:

Word Count: 6.500

Sample text:

Il cellulare di Moretti vibrò nella tasca dei pantaloni.

Non rispose: sapeva già cosa gli avrebbe detto il suo ispettore.

Che il dna sul mozzicone di Laura non era lo stesso ritrovato a casa di Albizzoni. Che le impronte in casa di Albizzoni non erano di Laura, ma di un’altra donna: una donna schedata anni prima per aver preso parte a una manifestazione non autorizzata.

Forse anche adesso fili di parrucca rossi mi si stanno attaccando al culo.

Moretti accostò l’auto al marciapiede.

«Scendi, per favore» faticò a trattenere le lacrime che sentiva riempirgli gli occhi «non posso riaccompagnarti sotto casa, fai due passi».

«Okay. Ci sentiamo dopo?»

«No».

«Passi domani sera?»

«No. Non ci vedremo più».

«Ma… perché?»

«Perché è giusto così. Avrei dovuto farlo molto tempo fa. Anzi, questa storia non doveva proprio iniziare. Lo sai tu, e lo so io».

«È per tua moglie?»

Sospirò.

«No. Non solo. Ora vai, per favore».

Moretti rimase a guardare la schiena di Laura che si allontanava. La schiena, stavolta, non il culo.

Poi, abbassando lo sguardo, notò il foglio sul tappetino che portava ancora l’impronta di Laura. Forse l’ultima cosa che gli rimaneva di lei, pensò, ingoiando immediatamente quel rigurgito di patetico romanticismo.

Riconobbe subito il logo in alto a sinistra. I casi di stupro che gestiva convergevano tutti lì: clinica Mangiagalli di via Commenda, Ospedale Maggiore Policlinico, Dipartimento per la Salute della Donna, del Bambino e del Neonato.

Lo raccolse.

Il nome di sua moglie.

Una data di qualche settimana prima.


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