Quella volta che sono morta by Cetta De Luca

"Non sottovalutate mai i gatti. E neppure i chitarristi. I primi perché è vero, hanno proprio sette vite, non è solo un modo di dire. I secondi perché, a volte, possono essere un'ancora di salvezza. E non sappiamo mai quando questo connubio può tornarci u

Quella volta che sono morta

Ci sono alcune tematiche affascinanti per tutti, in senso lato e nel concreto. I viaggi e le esperienze di pre-morte sono sicuramente ciò che stimola di più le nostre fantasie, le nostre curiosità. E per viaggi non intendo solo lo spostarsi in luoghi lontani, magari esotici. Intendo proprio l’esperienza del viaggio in sé, con il bagaglio di consapevolezza che ci portiamo dietro alla fine, al ritorno. Immaginare quindi un’esperienza di pre-morte come un viaggio è una sublimazione dell’esperienza stessa.
Alla protagonista di questa storia accade proprio questo: lei muore, per 12 minuti, ma il suo problema è che non ne ha memoria. Niente luce abbagliante in fondo al tunnel, niente incontri celestiali. Non è in grado di rispondere, una volta tornata in vita, alle ovvie domande che le pongono gli astanti.

Se poi a questo aggiungiamo il fatto che la donna in questione è una maniaco-compulsiva, con varie fobie, con la patologia del “controllore” e la propensione spiccata alla “sindrome da crocerossina”, ecco che il bisogno spasmodico di recuperare quei 12 minuti che mancano all’appello può diventare un’ossessione.
Comincia allora un viaggio a ritroso nel tempo, con l’aiuto di una psicoterapeuta, per tentare di ricostruire quel puzzle nel quale manca una tesserina, piccola ma importante, per completare il quadro della sua vita e trovare, forse, le risposte a tanti interrogativi. Durante questo percorso terapeutico lei (che non ha un nome) si scontrerà con il suo desiderio compulsivo di svelare subito l’arcano attraverso l’ipnosi e la necessità di arrivarci per gradi imposta dalla terapeuta, perché un viaggio in sé stessi ha bisogno di tappe di riflessione importanti, per capire e, se possibile, superare gli ostacoli che ci siamo costruiti nella vita.            
In una sorta di volo panoramico sulla sua storia personale, affronterà eventi dell’infanzia e dell’adolescenza, fino ad arrivare alle origini di tic, manie, comportamenti dell’età adulta, tutto condito da una generosa dose di ironia e di saggezza. Analizzerà il suo rapporto coi figli, con gli uomini, con i genitori, con l’ordine, con la scuola, con il denaro, con l’inevitabile trascorrere del tempo e con il senso d’inadeguatezza che ne deriva, con il suo sogno di volare che diviene quasi bisogno con l’avanzare dell’età, fino a giungere, finalmente, al tanto agognato momento dell’ipnosi. Da lì in poi comincerà un altro viaggio, surreale, in un luogo e in un tempo sconosciuti, per andare a recuperare quel frammento di tempo smarrito che è suo, le appartiene. Incontrerà strani personaggi: un giovane burbero, una vecchia misteriosa, un chitarrista su un aquilone, un gatto. E ritroverà anche tutti i suoi feticci rassicuranti. E affronterà le sue paure, i suoi demoni, le sue insicurezze. Sarà un viaggio nella vita per la vita, dove la morte, alla fine, è solo un pretesto per la rinascita.

Genre: FICTION / Contemporary Women

Secondary Genre: FICTION / Humorous

Language: Italian

Keywords:

Word Count: 17100

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Pubblicato solo nella versione digitale da DuDag questo racconto lungo ha sempre incontrato il favore dei lettori, come dimostrano le recensioni più che positive ottenute. In base ai dati di vendita dell'editore ne sono state scaricate, tra sito e Amazon, un migliaio di copie (esclusi gli omaggi).


Sample text:

C’è stato un giorno che sono morta. Per 12 minuti. Oddio, io non lo so se sono stati 12 minuti. Me l’hanno detto. Io ero morta. Pare che ti cambi la vita quando sei morta. Eh, certo. Quanto meno non sei più viva. E io lo sono stata, non-viva, per 12 minuti. E non mi ricordo niente!
Ma come, ho un’occasione del genere così, a portata di mano, e non mi porto neppure, che so, un IPhone, un IPad, un cavolo di cellulare col quale registrare, fotografare, catturare una testimonianza insomma! Io, così organizzata- compulsivo- maniacale, muoio per 12 minuti e non immortalo l’evento! E neppure quelli lì, da fuori, sì insomma, parenti e amici subito accorsi, neppure loro hanno ripreso nulla. Erano troppo affaccendati a soccorrermi, mi hanno detto.
Che poi non sarebbe neppure stata la stessa cosa, a pensarci bene. Un conto è la testimonianza di chi vede tutto dal di fuori, tutt’altro conto è starci dentro, vuoi mettere? Già da tempo mi leggevo tutto lo scibile umano e paranormale su argomenti tipo “La vita oltre la morte”, “Risvegli”, “Testimonianze di pre-morte”, roba leggera insomma. Perché in fondo l’argomento ha un suo fascino, specie nella mente di un’adolescente in pieno tumulto ormonale quale ero io. Quando non sai ancora chi sei e chi vorresti essere, quando vorresti metterti in mostra e nasconderti allo stesso tempo, quando piangere e ridere nel medesimo istante è la cosa più naturale del mondo, sì, insomma, in quel periodo maledettamente bello della vita dove tutto e il suo contrario sono la stessa cosa e ti senti padrona del mondo.
                                     

 


Book translation status:

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English
Already translated. Translated by Monica R. Pelà and P. Mariani
Author review:
Mi sono trovata davvero bene con Monica. Veloce, efficiente, collaborativa. I contatti e gli scambi di opinioni sono stati frequentissimi e ha fatto davvero un ottimo lavoro.

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