Il contagio by Garey J. Adams

Racconto breve noir con al centro la paura senza nome.

Il contagio

Un incontro, forse cercato, una casa all’apparenza normale, un tizio dall’aspetto sciupato, sono gli ingredienti di questa storia di Garey Adams. Il protagonista è ancora una volta uno scrittore che, in una giornata che sembra scorrere come tante altre, arriverà a capire che non sono solo le malattie a essere contagiose. Un racconto breve dalle sfumature noir in cui la paura senza nome è l’ospite d’onore.

Genre: FICTION / Noir

Secondary Genre: FICTION / Short Stories (single author)

Language: Italian

Keywords: Noir, Short story, Italian

Word Count: 4600

Sales info:

It's a new short story just published in Italian on Amazon. The sales number are still quite low. However, it is part of a series of short stories. As of today, there are four in total, but more in the pipeline.


Sample text:

Ottobre. Una tarda mattinata infrasettimanale. Sono seduto al tavolino dentro a un bar. Dalla vetrata si vedono i tigli sospinti dal vento autunnale, le cui foglie morte hanno fiaccamente cominciato ad accumularsi, contro i marciapiedi, addosso ai muri, tra i cespugli nelle aiuole. Turbinii spazzano la terra sull’asfalto.

Da qualche mese mi sono trasferito in città. Prima vivevo in un paese di campagna, un posto talmente insignificante che non vale nemmeno la pena nominarlo. Perché mi sono trasferito? Ho una ragazza, e a lei piace credere che lo abbia fatto per lei, per starle vicino e passare più tempo insieme. Io la penso diversamente, e lo vedo più come un pretesto per spostare il mio centro di gravità in un posto più interessante. Sono uno scrittore, e mi ero stufato di parlare di monti, alberi, fiori e vite isolate: qui c’è gente, c’è movimento, ed è lecito aspettarsi fonti d’ispirazione diversificate.

La mia ragazza, Lara, è la proprietaria del bar. Lei e una sua compagna delle superiori lo hanno comprato circa tre anni fa. È uno di quei baretti “diurni”, come li chiamo io: apre al mattino presto ma alle otto di sera è già tutto finito. Piccolino (una sola vetrina), un lungo bancone sulla sinistra e una fila di tavolini attaccati alla parete di sinistra. Non c’è molto altro.

A me piace perché c’è una piccola stanza al piano di sopra, un bugigattolo a cui si accede dal retro tramite una scala ripidissima. Non ha finestre, il soffitto è piuttosto basso, ma le ragazze lo hanno sistemato bene. C’è perfino un letto, dove, ogni tanto, posso sdraiarmi a fare una dormita.


Book translation status:

The book is available for translation into any language except those listed below:

LanguageStatus
Spanish
Already translated. Translated by Audrey Hawes Mayayo

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