William Killed The Radio Star by Pietro Gandolfi

"Non credo di esagerare nel definire la storia narrata in questo av­vincente romanzo un piccolo capolavoro horror, all’insegna della claustrofobia e dell’indagine psicologica."

William killed the radio  star

Little Wood è un piccolo angolo di paradiso immerso nelle foreste del nord, un posto dove chiunque può trovare pace e serenità. Ma non Jazz. Per lui, DJ di colore trapiantato dalla Lousiana, una normale notte di diretta si trasformerà in un incubo. Perché qualcuno lo odia nel profondo, perché qualcuno deciderà di chiudere i conti in sospeso con lui.

Trovandosi di fronte a una minaccia che non dovrebbe esistere, Jazz sarà costretto a combattere per sé e per le persone che ama, pronto a sacrificare tutto, persino la vita. Ma chi è la presenza che si aggira nella stazione radio come uno spirito inquieto? E perché il nome di William Heart, cantante e piccola leggenda locale, continua a tormentarlo come il ritornello di un’odiosa canzone?

Quando Jazz lo scoprirà si pentirà di aver abbandonato la sua casa per rifugiarsi nella fredda ostilità di Little Wood.

Genre: FICTION / Horror

Language: Italian

Keywords:

Word Count: 63000

Sample text:

Era una notte del cazzo. Un freddo capace di attaccarsi all’anima e non mollarla più, un lungo abbraccio che nemmeno un camino, una bottiglia di quello forte e una femmina sarebbero riusciti a sciogliere.

Era una di quelle volte in cui Jazz si pentiva di non possedere un’auto.

A cosa gli sarebbe mai servita se lavorava a poche centinaia di metri da casa? Ed era a lavoro che passava tutte le sue notti. Di gior­no recuperava le ore di sonno perduto combinando ben poco prima che giungesse il momento di rinchiudersi nella cella dove si guada­gnava da vivere. Insomma, a cosa mai gli poteva servire una vettura? A non ghiacciarsi il culo durante il pur breve tragitto fra casa e lavoro, tanto per dirne una…

Tentò di accelerare il passo, ma l’aria che gli paralizzava il volto ri­sultava ancora più gelida a quel modo. Forse era giunto il momento di tornare a vivere al sud, dalla sua famiglia, e di mandare tutto il resto al diavolo, anche quella specie di impiego che si era trovato.

Cosa c’entrava un povero negro come lui in quello sputo di cittadi­na? Nulla, sarebbe stato molto più a suo agio nell’asfissiante e umido calore della sua terra. Invece lì le estati erano brevi come una scoreg­gia, pronte a calare subito le braghe davanti a un inverno pressoché perenne.

Little Wood era uno schifo e anche se un giorno si fosse deciso a comprare una maledetta macchina, non avrebbe avuto alcun posto dove andare. Quell’ammasso di case era il rifugio ideale per le perso­ne determinate a fuggire dalla vita frenetica delle città o che avevano un passato difficile da lasciarsi alle spalle. Ecco, forse l’unico vantag­gio di Little Wood era proprio quello: la gente badava agli affari propri. Nessuna domanda, nessuna inutile curiosità.


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English
Already translated. Translated by Luca Paolo Bruno

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