Una grande storia by Alessandro Greco

narrativa

Una grande storia

Quattro ragazzi, amici sin dall’infanzia, non hanno smesso di sentirsi e frequentarsi. Ognuno con una situazione personale o familiare per un motivo o per l’altro insoddisfacente.

I quattro si accordano per il loro giovedì sera libero: cena in riva al mare. La serata scorre serena, però l’esaltazione del senso di libertà, di gioventù e di adolescenza eterna alla fine della cena evidenzia che in realtà tutto ha una sua fine e che dietro alle risate e agli sghignazzi si nascondono le frustrazioni e le disillusioni ma anche i sogni che paiono finalmente realizzarsi. Non per tutti, a quanto pare, ma l’amicizia è anche questo: gioire dei successi degli altri.

Genre: FICTION / General

Secondary Genre: FICTION / Literary

Language: Italian

Keywords: narrativa

Word Count: 43783

Sample text:

Poi arriva il peggiore dei giorni, quello che hai passato pensando ad altre cose senza darti pena per niente in particolare.

Sono nel mio ufficio e, chiariamolo, è il solito ufficio di merda.

Se mi bendassero e mi lasciassero al buio in questo dedalo di stanze, riuscirei a raggiungere la mia scrivania seguendo la scia di odori e di rumori. Odori surriscaldati, la macchinetta del caffè che sputa il suo intruglio tutti i giorni nella gola dei dipendenti. La fotocopiatrice che blatera una ripetizione di parole accatastate. I computer sempre accesi a inquadrare una fetta di mondo, di rete, di grandi imprese, sempre e comunque troppo lontane da te. Addirittura gli orologi digitali e il loro modo frenetico di scandire gli attimi della tua prigionia.

Conosco bene il mio carcere: la moquette, la scrivania, e la poltrona dove appoggiare (mica troppo a lungo) il culo in attesa di un nuovo cliente.

Ma oggi è il giorno peggiore, è a suo modo diverso da tutti i giorni che ho visto nascere e morire qui dentro.

A incrinare il precario equilibrio di questi piccoli uffici incasellati e a farmi sprofondare al suolo nel giro di qualche secondo, è una donna, una “compagna di cella”.

Si chiama Marilisa e fa la segretaria, ha lineamenti porcini e si tocca spesso i capelli decolorati con il lieve imbarazzo di quelli che si mettono in posa sperando di venire bene in foto. Corpulenta ma sempre pronta ad affannarsi per fingersi più magra strizzando il sovrappeso in stretti abiti scuri. La sua voce ha una cadenza insopportabile, talvolta stucchevole. Marilisa archivia pile di fogli e accumula graffette, si annoia tutto il giorno e fa avanti e indietro dalla macchinetta del caffè sperando che qualcuno rivolga la parola alla sua insignificante presenza.


Book translation status:

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Already translated. Translated by Catherine Hannequart

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