Una Dark in Rosa by Valeria De Luca

Mi credereste, se vi dicessi, che in passato sono stata una ragazza dark?

Una dark in rosa

"Mi credereste, se vi dicessi, che in passato sono stata una ragazza dark?"

Pearl Baker è una ragazza dark, ama vestire di nero, ascoltare musica metal e truccarsi molto pesantemente. Appena terminato il liceo ha iniziato a lavorare nella pasticceria di sua zia Concetta, specialità dolci siciliani. Tutto procede a meraviglia, finché tre ragazzi belli come dei modelli, rapiscono Pearl e la portano davanti a un uomo molto potente. Quel che rivelerà alla ragazza, la stravolgerà completamente.
Se lei eseguirà quel che le è stato proposto, la sua vita cambierà totalmente.

Riuscirà, Pearl Baker, tra le insidie e le invidie di sua cugina Trish, infatuazioni, figuracce all'ordine del giorno, a raggiungere il suo obiettivo per cambiare definitivamente la sua vita?

Romanzo Autoconclusivo

Genere: Commedia Romantica/Chick Lit/New Adult.

Genre: FICTION / Romance / Romantic Comedy

Secondary Genre: FICTION / Romance / Contemporary

Language: Italian

Keywords: Romantic comedy, New Adult, Chick lit, Romance, Humor, romance contemporary, hatetolover

Word Count: 75086

Sales info:

Una commedia romantica un po' diversa dalle altre. Ho voluto introdurre una ragazza dark in un mondo completamente opposto al suo. Ha avuto un buon riscontro con i lettori, tanto da avvicinare anche lettori che non mi seguivano prima di questo romanzo.


Sample text:

Stavo per infilarmi di nuovo le cuffiette alle orecchie, quando udii aprire la porta. Mi paralizzai all'istante. Mi ero dimenticata di chiudere la porta a chiave. Mannaggia a me, e alla mia testa pazza. Le parole di mia zia mi avevano mandato in confusione. Mi pulii le mani sui jeans neri, ormai di un colore indefinito tra farina e frolla. Mi schiarii la gola e uscii dal laboratorio. «Mi dispiace, ma la pasticceria è ancora...» le parole mi morirono in gola. Scappai nel laboratorio con il cuore a mille. Sbirciai da un angolo, ma loro erano ancora lì. «Per Diana, Bacco e quel fauno arrapato, e questi da doveStavo per infilarmi di nuovo le cuffiette alle orecchie, quando udii aprire la porta. Mi paralizzai all'istante. Mi ero dimenticata di chiudere la porta a chiave. Mannaggia a me, e alla mia testa pazza. Le parole di mia zia mi avevano mandato in confusione. Mi pulii le mani sui jeans neri, ormai di un colore indefinito tra farina e frolla. Mi schiarii la gola e uscii dal laboratorio. «Mi dispiace, ma la pasticceria è ancora...» le parole mi morirono in gola. Scappai nel laboratorio con il cuore a mille. Sbirciai da un angolo, ma loro erano ancora lì. «Per Diana, Bacco e quel fauno arrapato, e questi da dove saltano fuori?» ero un misto di paura e curiosità. Tre ragazzi fighi come modelli, vestiti eleganti, completamente di bianco, erano immobili ad aspettarmi. Mi guardai un attimo. Mi resi conto che ero davvero impresentabile, ma non potevo lasciarli lì. Avevo già fatto una figura di merda, scappando come una colpevole.

 


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