Scrivo una città by Ivan Mattei

Libro in cui stile e storia si intrecciano in una storia metaletteraria

Scrivo una città

In una città divisa in due da un lungo rettilineo, si incontrano e si innamorano Giovanni e Giulia. Lei lavora in un'agenzia di lavoro interinale, mentre lui “scrive una città”. 

Nel frattempo alcuni personaggi vivono la loro semplice vita in un palazzo (“il palazzo di Giovanni”). Sono una sorta di famiglia allargata. 

Il corteggiamento è breve, tra una traversata a piedi della città (i due abitano ai lati opposti del rettilineo), con cabine telefoniche sabotate, ed una cena “da rivista”, conclusa da un bacio da antologia. 

Tutto è bello, e la città ne risente in positivo, fino alla scoperta della verità: Giovanni scrive davvero la città. Tutto è una creazione della sua penna. 

Giulia entra in crisi, credendo di essere uno dei personaggi inventati da Giovanni, e scappa da lui. 

Anche Giovanni, sentendosi lasciare, entra in crisi, e smette di curare la città.  

Anche la famiglia allargata, che rappresenta l'unica parte “umana” ricostruita da Giovanni, ne risente. 

Tra uomini che si scompongono in lettere, e muri che crollano, si arriva all'incontro decisivo tra Giulia e Giovanni. 

Lei scopre la verità, ed i due tornano ad amarsi. 

La città torna a vivere, come anche la famiglia allargata.

Genre: FICTION / General

Secondary Genre: FICTION / Romance / Contemporary

Language: Italian

Keywords:

Word Count: 8933

Sales info:

E' un prodotto autopubblicato prima su Il mio libro e ora (da pochissimo) su Streetlib.

Nella sua prima edizione si sono superate le 100 copie.


Sample text:

A scuola Giulia era la più odiata dai professori di matematica. Faceva parte di quella razza di studenti che, pur studiando il minimo indispensabile ed anche meno, riusciva senza problemi ad arrivare alla soluzione delle equazioni saltando i passaggi. 

E questa dote Giulia la applicava a qualunque cosa. 

E dalla frase di Giovanni, l'equazione, era saltata subito alla soluzione, o quasi. Sì, mancava un elemento. Quella piccola incognita che non le tornava. Ed ora, mentre percorre il lungo rettilineo a piedi, ora correndo ora rallentando, la sua mente prosegue a ragionare alla ricerca di quell'incognita. 

Si guarda intorno Giulia, e pensa a quelle frasi: “In pratica tutto quello che vedi qui intorno è una mia creazione... ti piacciono gli alberi che ho scritto sul lungo rettilineo?” 

E quegli alberi ora non sono fatti di rami e di foglie, e quel che li ricopre non è corteccia. 

Ora quegli alberi sono una serie di lettere. Tante r, tante a, m, i, f, o, g, l, i, e che vanno a formare quello che per lei fino a poco prima era un albero. 

Un A-L-B-E-R-O messo davanti ad un P-A-L-A-Z-Z-O da uno scrittore. Quelle cose non sono vere. Quelle cose sono un ammasso di lettere. Ben messe, per carità, ma soltanto lettere. 

Più va avanti nella strada verso casa, e più Giulia vede intorno a sé un semplice esercizio di stile di uno scrittore. Di Giovanni. Dell'uomo che ha baciato. 

E piano piano l'incognita si toglie il velo dagli occhi. Più il mondo si fa mostruosamente letterale, più la soluzione dell'equazione si fa chiara. 

E la soluzione è di quelle che mettono paura, perché sono nette nel dubbio che ispirano: se il mondo intorno a me è scritto, io sono un personaggio creato per riempire questo romanzo di città?


Book translation status:

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Spanish
Already translated. Translated by René Eduardo Galindo Almendariz

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