Rintocchi fatali by Salvatore Galvano

Military Thriller

Rintocchi fatali

L’affascinante tenente Federica Bartoli si rivolge all’amico maresciallo Licata affinché indaghi per scagionare il fratello dall’accusa di aver ucciso l’allieva Miriam Mancini durante una cerimonia nell’Accademia militare di Modena.

La questione si complica con il ritrovamento del cadavere di una seconda recluta, anch’esso – come per Miriam – privo dell’occhio destro, inoltre Licata sarà costretto a indagare in maniera non ufficiale. Il maresciallo, però, non si farà certo fermare da questo contrattempo e, con la sagacia che lo contraddistingue, riuscirà a inchiodare il colpevole.

Genre: TRUE CRIME / General

Secondary Genre: TRUE CRIME / Organized Crime

Language: Italian

Keywords: military, thriller, noir, crime

Word Count: 71168

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Titolo novità


Sample text:

Erano le 6.30 e in casa Licata dalla moka sul fornello già si diffondeva l’aroma del caffè.

La prima tazza era per l’amata consorte, Luigi Licata gliela avrebbe servita a letto come al solito, la seconda per lui.

Il maresciallo, oltre che abitudinario, era fuori dal comune. Aveva un cattivo rapporto con le armi, nonostante il lungo servizio nei carabinieri, una dannata paura per la profondità degli specchi d’acqua superiore ai centotrenta centimetri e odiava guidare qualunque tipo di autoveicolo malgrado avesse conseguito ben due patenti di guida, una civile e una militare.

Nativo di Raffadali, un paesino a pochi chilometri da Agrigento, alto poco meno di un metro e ottanta, di carnagione bruna, come i suoi occhi profondi, e dalla chioma brizzolata, Licata riscuoteva un discreto successo con le donne, grazie anche alla sua affabilità e ai suoi modi gentili. Del resto, la sua rassomiglianza all’attore americano Richard Gere lo collocava ai primi posti in fatto di charme.

In uniforme nera, poi, il gradimento da parte del pubblico femminile raggiungeva picchi di tutto rispetto, anche se la sua fedeltà nei riguardi della sua dolce consorte, Elisa, era a prova di tentazione anche nel contesto lavorativo.

Come sottufficiale dell’Arma, era da poco entrato a far parte della polizia militare, una sorta di premio, dopo anni trascorsi nella piazza del Reggino, come comandante di stazione e investigatore dal fiuto infallibile.

Di lì a un’ora avrebbe raggiunto il suo Stato Maggiore, nei pressi della stazione di Roma Termini, utilizzando la metro, come da sua abitudine.

Un’occhiata al cellulare per controllarne la carica, un saluto alla mogliettina e ai ragazzi e giù per le scale di casa, tanto per fare un po’ di moto, senza far uso dell’ascensore.


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