Pura follia by Fabio d’Alessandro

Noir

Pura follia

Marsiglia, inizio ‘900. Armand è un orologiaio che conduce una vita tranquilla dividendosi tra la sua bottega e la fidanzata Pauline, finché comincia a sentire una voce nella mente. Nonostante Armand vi si opponga, prima negandola a se stesso poi cercando di combatterla, pian piano la voce diviene sempre più insistente fino a influenzare la sua vita persuadendolo a compiere azioni che poi gli ritornano sotto forma di incubi.

Nel giro di pochi giorni, nel suo quartiere avvengono strane sparizioni su cui indagano due gendarmi, e la stessa Pauline comincia a temere che il suo fidanzato abbia qualcosa che non va.

Ma non può immaginare fino a che punto.

Genre: FICTION / General

Secondary Genre: FICTION / Thrillers / Crime

Language: Italian

Keywords: Noir

Word Count: 25688

Sample text:

Mi chiamo Armand ed ero un orologiaio fino a quando non mi successe qualcosa a cui ancora oggi stento a credere. Non ho mai raccontato a nessuno tutta la storia, sia perché quella voce me lo impediva, sia perché era talmente incredibile che nessuno mi avrebbe preso sul serio.

A un certo punto fui risucchiato e scaraventato in un vortice il cui turbine era impossibile da contrastare. L’unica via di scampo era assecondarlo e lasciarmi trasportare, con la speranza di sopravvivervi. Alla fine riuscii a convivere con il mio tormento, ad adattarmi al punto da sembrare normale agli occhi degli altri, tanto che anche io avrei potuto dire di non averlo mai vissuto.

Oggi non saprei dire di preciso quando tutto ebbe inizio, so solamente che quando me ne resi conto era ormai troppo tardi. Le radici della follia avevano già attecchito dentro di me, radici profonde e dure da recidere, giorno dopo giorno la loro ramificazione diveniva sempre più contorta e impossibile da districare. Prima ancora di capire cosa ero diventato, non avevo memoria degli atti bestiali che compivo. I miei misfatti mi tornavano in sogno sotto forma di incubi quando il mio inconscio rielaborava l’accaduto.

Ricordo che le imposte tremarono. Chiusi la porta con forza, con rabbia, come a inchiodarla per sempre, con l’intento di impedire che un domani si potesse riaprire. Nel momento in cui la porta s’incassò, in quel preciso istante, proruppe il fragore di un tuono che squarciò la notte. Credevo che quel tuono avesse dato il via a quanto sarebbe accaduto in seguito, come lo sparo dello starter in una corsa a ostacoli, invece mi sbagliavo perché scandì la fine di tutto.

Corsi giù per le scale mentre mi infilavo l’impermeabile. I piedi quasi non si distinguevano tanto erano veloci i passi. La mano destra scivolava sul corrimano aggrappandovisi a ogni cambio di gradinata.


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