Pian di Luce by Martino Panico

romanzo

Pian di luce

Fine anni ottanta.

Maria e Alberto decidono di sposarsi e di farlo a Pian di Luce, il loro paese d’origine. Oltre all’amore li unisce la passione per la storia contemporanea, per cui frequentano Ferruccio, un anziano signore che racconta loro alcuni fatti storici successi in paese anni or sono.

La narrazione dell’anziano fa venire a galla una verità così grave che mette in discussione persino il loro progetto coniugale.

Ed è così che la storia fa male, fino a un travolgente epilogo.

Genre: LITERARY COLLECTIONS / General

Secondary Genre: LITERARY COLLECTIONS / General

Language: Italian

Keywords: romanzo

Word Count: 46905

Sample text:

Alberto era attraversato da un senso di leggera euforia, come raramente gli capitava

«E dai, apri sto finestrino. Che t’importa dei capelli! Sei bella lo stesso. Anzi di più... e poi senti l’aria frizzante dei nostri monti, non è un’aria normale, è diversa anche rispetto a quella delle Alpi. Non è solo fresca, è profumata, sa di buono, di calma, di vivere positivo, di comunità... e se ti concentri sa anche di mare.

«Un’aria che sa di storia... ah ah ah!»

«Sapevo che eri innamorato di Pian di Luce, ma così esageri, mi rendi gelosa. In fondo è solo un luogo, anche se vi sono nati i nostri famigliari», replicò Maria.

«E ti pare poco, la genetica non scherza e il luogo della vita condiziona l’evoluzione. Cose serie, Maria, molto serie», incalzò ancora Alberto.

«Di serio c’è che stiamo bene insieme e che ci vogliamo sposare, il resto lo valuteremo con calma. Anche le nostre radici saranno considerate con la giusta attenzione, nulla di più. E poi che discorsi mi fai fare: voglio essere leggera, sì, quasi volatile, evanescente... io sono l’aria impalpabile, inesistente, ah ah ah, ma cosa dico? No, esistente ma un’altra persona, ecco. Oddio che emozione! Alberto, mi vengono i tremori, sarà grave? Sarà questa la felicità?», e con queste parole Maria allungava le mani affusolate verso il volto di lui per una carezza.

«Ehi, così andiamo a sbattere», urlò Alberto, facendo finta di aver paura.

«E allora fermati!»

Alberto frenò immediatamente e con un movimento secco del volante sterzò e fermò l’auto nello spazio a destra, fuori dalla statale.

«Va che fortuna!», sottolineò.


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