Non puoi fermare il cavallo che corre by Luca Durelli

romanzo

Non puoi fermare il cavallo che corre

Gianni e Bruno, due studenti universitari, trovano Carla, la governante un po’ suonata che parla un italiano arcaico e poco comprensibile, in lacrime sulla soglia di casa. La donna è disperata perché Altiero, il vecchio cavaliere (non sanno nemmeno loro perché lo chiamano così), sembra non risvegliarsi più. È l’amico fraterno del padre di Gianni, tormentato dal rimorso di averne causato la morte durante un viaggio in barca a vela a Malta. Con la complicità di Carla, del cane Poldo, della tartaruga Olga e di un pappagallo che dice solo parolacce, vengono inviati nel passato grazie a una mappa magica.

In mezzo a storiche battaglie: Platea, la conquista dell’impero azteco da parte di Cortés, Waterloo e Lepanto, devono raccogliere immagini di cavalli e cavalieri per recuperare la memoria di Altiero, ultimamente piuttosto compromessa. Sono però perseguitati dagli iayalar, sanguinari corsari inviati da Uluç Alì, che vuole controllare il tempo per riportare in vita il suo ammiraglio, Dragut, ucciso dai cavalieri di Malta. Finiranno persino nel cervello di Altiero dove scopriranno chi siano realmente lui e Carla e chiariranno i dettagli del suo incubo.

Genre: LITERARY COLLECTIONS / General

Secondary Genre: LITERARY COLLECTIONS / General

Language: Italian

Keywords: romanzo

Word Count: 92959

Sample text:

Qualche giorno fa è passato a trovarmi in ufficio uno dei miei studenti. È uno di quelli che a lezione si notano poco: siedono nelle ultime file, o, se riescono, addirittura dopo l’ultima, cioè per terra, in fondo all’aula, cercando di farsi vedere il meno possibile dal professore. Gianni aveva appena sostenuto con me l’esame di Clinica Neurologica e io gli avevo proposto uno stiracchiato diciotto che lui aveva rifiutato. Non avevo idea del perché mi avesse chiesto quel colloquio.

Mi salutò con gli occhi bassi e un sorriso forzato, di circostanza: «Professore, volevo ringraziarla per il modo con cui lei fa lezione: l’abbiamo veramente apprezzato».

Non capivo dove volesse arrivare. Era chiaramente imbarazzato, così condussi io il discorso: «Sono contento che tu abbia rifiutato il diciotto; ti avrebbe rovinato la media. Di più però non potevo darti. Vedi: tu, da un lato, sembri avere una conoscenza approfondita del funzionamento e delle patologie del cervello, come se ne avessi avuto un’esperienza, come dire, quasi diretta; ma, d’altro canto, dai l’impressione di non aver nemmeno toccato i libri. La terminologia che usi non sta né in cielo né in terra: l’altro pezzo del cervello, invece dell’altro emisfero; qui a destra o qui a sinistra, un po’ sotto o un po’ sopra, invece di mediale o laterale, prossimale o distale; e poi, cos’è che sei persino riuscito a dire? Ah, sì! Amildòlla invece di Amigdala».

«Ma, professore, è una terminologia difficile».

«Difficile? È dal primo anno, dalle prime lezioni di anatomia, che vi ripetiamo di imparare il modo corretto di esprimersi


Book translation status:

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LanguageStatus
Spanish
Translation in progress. Translated by David Alejandro Lugo Gámez

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