La Porta dei Cieli by Stefano DIpino

Dipino mina ogni certezza, fino a rimettere in discussione i concetti di bene e male. Il tutto nella non casuale cornice di una fatiscente Roma, che sembra però dotata ancora di vita e di quel flato mistico a cui l’uomo, in contemplazione estatica, non pu

La porta dei cieli

È una semplice porta ornamentale. Eppure custodisce un segreto che affonda le sue radici nella nascita della Città eterna.

In una torrida estate romana Alessandro Altieri, professore di Antropologia Culturale, viene avvicinato da Roberto Guerrini, uno studente la cui fidanzata, Sveva, è scomparsa. Qualche giorno dopo anche Paolo Altieri, padre del professore, svanisce insieme a una stele fenicia da poco entrata in suo possesso.

Cosa collega la stele alla Porta dei Cieli? Il misterioso monumento costruito nel XVII secolo dal marchese Palombara affiora nella memoria di Alessandro, ricordandogli qualcosa del suo passato.

È l’inizio di un incubo per l’insegnante, che viene proiettato in una Roma oscura e onirica, fatta di leggende, borghi sepolti, laghi e templi sotterranei. Dietro le due sparizioni c’è l’ombra di una sanguinaria società che annovera tra i suoi membri personaggi che hanno fatto la storia di Roma nell’arco di quasi tre millenni.

Per scoprire la verità, Alessandro dovrà aprire la mente e abbandonare tutto quello in cui ha sempre creduto. Solo così potrà svelare i segreti della sua famiglia e far luce sull’intricata trama di misteri che si tesse attorno a lui.

Genre: FICTION / Mystery & Detective / General

Language: Italian

Keywords:

Word Count: 69000

Sample text:

La strada era deserta a eccezione delle prostitute e dei loro clienti, squali silenziosi che si aggiravano nella notte di una Roma estiva in macchine anonime. Da via Cristoforo Colombo, invece, proveniva il ruggito del traffico costante. Sveva camminava spedita verso casa, la borsa stretta sotto il braccio destro e lo sguardo fisso sul marcia­piede scuro, dove i lampioni alti creavano zone di luce. Il tragitto tra la fermata della metro e il portone non le era mai sembrato così lungo. Nonostante tutto, ogni cosa le appariva più bella quella sera, persino l’ombra, le prostitute e la Cristoforo Colombo stessa. Il lavoro iniziava a ingranare e la sua inchiesta, ne era certa, le avreb­be fatto fare un salto di qualità nella redazio­ne. Chissà, magari avrebbe anche ricevuto una proposta di lavoro da Il Messaggero, o da Il Tempo. La testardaggine che l’aveva resa una donna sola finalmente stava tornando utile almeno dal punto di vista profes­sionale. Il dossier che aveva scritto riguardo ad alcu­ni influenti e illustri personaggi della Capitale era un vero e proprio scoop e il di­rettore lo sapeva. Non aveva dubitato neanche per un istante del lavoro di Sveva né della validità delle informazioni.

«Davvero notevole. Dove hai trovato questi dati?» le aveva chiesto.

«Preferisco non parlare dei miei informatori, signor direttore», aveva risposto Sveva. «Lei capisce…»

«Ma certo, ci mancherebbe. Tu sai, però, che si tratta di una notizia a dir poco eclatante. Dovremo inventarci qualcosa quando arriverà all’opinione pubblica.»

Quel vecchio viscido aveva fiutato la portata dell’indagine e vole­va impadronirsi delle scoperte di Sveva, così la ragazza aveva dovuto abbassarsi a contrattare con lui.


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