L'assistente ideale by Cecile Bertod

Love story where a proofreader pretend to be an escort for not losing his job.

L'assistente ideale

Questa volta Adel l'ha fatta davvero grossa! Antoine Morel, direttore della casa editrice "Le Seine Rouge", è stato più che chiaro: se non trova un'accompagnatrice per Kilian Lafevre può considerarsi licenziata. Il problema è che mancano solo poche ore al volo e non c'è neanche un'agenzia disposta ad aiutarla con così breve preavviso. Le resta un'unica, folle possibilità ed è così che l'insicura, goffa, distratta Adel Simon cede il posto a Charlotte Andre, affascinante ed elegante modella appassionata d'arte. Il piano è solo uno: resistere tre giorni senza fare troppi pasticci. In fondo non può essere così difficile reggere i panni dell'assistente ideale per qualche ora. Si tratta solo di sbattere un po' le ciglia, pavoneggiarsi in abiti costosissimi e ricordare gli appuntamenti. Certo, sarebbe tutto più semplice se Antoine non avesse deciso di farla seguire da Philippe, l'insopportabile grafico con il quale non fa che bisticciare da quando è stata assunta. Non le resta che incrociare le dita e sperare vada tutto per il meglio...

Genre: FICTION / Romance / General

Secondary Genre: HUMOR / General

Language: Italian

Keywords:

Word Count: 57790

Sales info:

Fino ad ora il libro ha venduto 3000 copie in dieci mesi ed è stato per i primi tre mesi dal giorno della pubblicazione tra i primi dieci posti della Top 100  di amazon del genere di riferimento. Attualmente è al trentacinquesimo, ma la situazione cambia in base al giorno.


Sample text:

Odio la mia vita. Odio la mia vita. Odio la mia vita. Odio la mia vita.

Ore 7. 40 del mattino al numero 7 di Rue Magneval. Come al solito la sveglia non ha suonato, così adesso ho solo cinque minuti per fare la doccia, vestirmi e dare la pappa a Gastone. Sarò costretta a fare colazione mentre corro al lavoro e sicuramente finirò col rovesciarmi il caffè sulla camicetta bianca.

Promemoria per me: oggi niente camicette bianche!

Conscia dell’irrecuperabilità delle mie congiunzioni astrali, mi trascino catatonica sino in bagno nel mio pigiamone di “Spongebob” e saluto il mio riflesso nello specchio, cercando di non soffermarmi né sulla vista delle occhiaie violacee, né sulla strana piega presa dai capelli. Di norma ho lunghi capelli lisci di un insipido castano sbiadito, ma stamattina assomiglio più ad una rivisitazione in chiave romantica dei Tokio Hotel, il tutto senza neanche aver avuto bisogno di chili e chili di gel. Vorrei in qualche modo far riscoprire la forza di gravità alle mie doppie punte, ma non mi sovviene alcun espediente consono. In mancanza d’altro, mi affido all’effetto ammortizzante dell’acqua bollente e prego in cuor mio che basti.


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