Dodici Porte by Daisy Franchetto

Una fiaba dark che si snoda in un percorso scandito da dodici porte magiche.

Dodici porte

Dodici Porte è una lunga fiaba che si snoda attraverso dodici passaggi simboleggiati dalle porte che la protagonista, Lunar, supera, trovandosi a conoscere di volta in volta luoghi e dimensioni diverse. È un percorso di guarigione, ma anche un viaggio iniziatico alla scoperta delle sue reali origini. I personaggi e i luoghi incontrati rappresentano simbolicamente parti psichiche della protagonista e manifestazioni del percorso da compiere per superare il dolore legato al trauma subito.

Lunar è una giovane, vittima di violenza. La notte stessa in cui si consuma il terribile episodio si trova a bussare a una porta in cerca di aiuto. È la porta della Casa. Le apre una strana donna accompagnata da un animale speciale. È questo il primo contatto di Lunar con una dimensione interiore che non credeva esistesse. La giovane tenterà di far fronte al periodo di dolore e di angoscia che la aspetta contando sulle sue forze e sull’aiuto della famiglia, ma quando si ritrova faccia a faccia con il suo carnefice, si rende conto di aver bisogno di un aiuto ‘particolare’.

Inizia così il percorso di guarigione all’interno della Casa, alla scoperta di personaggi e luoghi fantastici: i contenuti della sua psiche, ma non solo.

Dodici tappe di trasformazione.

Dodici porte che si aprono una dentro l’altra.

Il primo romanzo di una trilogia magica.

Genre: FICTION / Fantasy / Paranormal

Language: Italian

Keywords:

Word Count: 100608

Sales info:

Allego il commento dell'editor che ha seguito la revisione del romanzo:

Un intreccio solido e ben congegnato per una trama narrativa avvincente, al confine tra il genere fantastico e la favola. Una favola dell’oggi, fondata su temi che appartengono ai tempi nostri, ma sono di tutti i tempi e universali.

Le avventure dell’anima, della ragione, la violenza, il dolore, la lotta, le profondità della psiche, le dimensioni della coscienza e del coraggio eroico, umano, di superare soglie sconosciute e misteriose per evolvere e crescere, per guarire e vivere.

L’eroina qui è una ragazza di sedici anni, Lunar, ed è forse superfluo dire che il suo viaggio in dimensioni e luoghi misteriosi e fantastici - insieme con personaggi attinti da un immaginario prolifico e aperto a figure di ogni genere, animali, piante, creature magiche e mitologiche – è un viaggio pieno di azioni che è pure un percorso di formazione. Una formazione, diciamo, di primo livello. Infatti, a questo, seguiranno altri due romanzi a dare forma a una trilogia, altri viaggi in luoghi ancora più remoti, dentro livelli simbolici ancora più profondi e maturi.

Un romanzo d’esordio in cui Daisy dimostra di avere un forte senso della narrazione, una dimestichezza naturale con l’incastro, uno stile equilibrato e una scrittura garbata, e che, soprattutto, sarebbe un peccato non leggere.

 

Maria Abbrescia

Dodici Porte è stato ripubblicato con Lettere Animate Editore nel febbraio del 2015. Da allora ha venduto circa 400 copie digitali. Le recensioni sono buone. Ne allego qualcuna tratta da Amazon, quindi verificabile.

Tra le molte cose notevoli di questo libro, quella che mi sento di elogiare maggiormente è l'intersecarsi tra realismo e fantasia, in una maniera che spesso, perlomeno nel panorama italiano, purtroppo è snobbata. Si parte da una drammatica vicenda, accaduta in un luogo non identificato, ma che potrebbe essere uno qualsiasi dei nostri paesi, nella nostra epoca contemporanea. Ma il processo di guarigione della giovane vittima di questo evento passa attraverso altri mondi: il viaggio nel sé corrisponde a un'esplorazione e una serie di avventure ambientate in un altrove fantastico. E' un tipo di tecnica che personalmente apprezzo. L'elemento fantastico, lungi dall'allontanare il lettore dal dramma principale, aiuta a riflettere su di esso in maniera chiara e intelligente. Allo stesso tempo, ci si lascia trascinare dalla fantasia dell'autrice, che è molto lontana dai cliché del genere. E' un'immaginazione capace di costruire scenari originali, soprattutto quando si tratta di descrivere panorami o presenze inquietanti.

La sinossi già spiega molto su come si snoda la storia. Si può definire una fiaba dato il tipo di personaggi ed eventi che si ritroveranno nel percorso di Lunar. Ma è anche un viaggio per comprendere se stessi e trovare la forza di reagire a qualcosa di terribile. La narrazione è espressa in modo semplice e scorrevole. C’è qualche errore nel testo ma gli si da poco peso.
La storia è autoconclusiva per quel che riguarda l’evento iniziale pur restando aperta per quelli che saranno i capitoli successivi.
L’ho iniziato come una lettura semplice e da “tempo perso” solo per rilassarsi e mi sono poi ritrovato la leggerlo a ritmo serrato nonostante il male agli occhi.
Un esordio molto interessante, soprattutto per chi ama i contesti fantastici.

 


Sample text:

Si guardò intorno sconsolata, sporca di terra e di sangue che le colava da vari punti del corpo. L’abito da arciere era strappato e si sentiva ammaccata dappertutto. Oltre al buco da cui era giunta, ve n’erano altri.

Si rese conto di essere in una specie di camera d’attesa ricavata nella terra e illuminata da candele, e di non essere sola. Su dei sedili ricavati nella terra erano sedute delle persone, o almeno, ciò che ne restava. Anche loro avevano vestiti sudici e strappati e sembrava la fissassero nel loro assoluto silenzio. Erano a vari stadi di decomposizione, chi era ancora abbastanza intatto, ma gonfio e bluastro, chi cominciava a perdere parti di corpo e di carne. Uno spettacolo ripugnate. L’odore di carne in decomposizione era insopportabile. Lunar si portò una mano alla bocca, sul punto di vomitare.

I cadaveri cominciarono a parlare.

«Ci trova schifosi» gracchiò qualcuno.

«Certo, neanche lei è poi così bella» disse una voce femminile.

«Aspetta qualche anno, cara, e vedrai come sarai conciata tu!» commentò qualcun altro, risentito.

«Dove si metterà a sedere? Qui non ci sono più sedili a disposizione» pigolò preoccupata una donna cui l’unico occhio penzolava sul viso. Indossava ancora il suo cappellino verde.

«Ah, io non le cedo certo il mio! Chi primo arriva, meglio alloggia» sentenziò un uomo dal colorito violaceo e le carni gonfie.

«L’attesa ti ha inacidito, caro mio. Non è da cavalieri lasciare una signora in piedi» lo rimproverò, scuotendo il dito scarno di una mano, un uomo con un volto da mummia e una lunga barba bianca.

 


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